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02.10.2025
- 5 min

Prezzi dell’energia in evoluzione: un passo verso il mercato elettrico del futuro

nuove tariffe

Dal 1° ottobre 2025 è entrata in vigore una novità importante sul mercato elettrico italiano: il prezzo dell’energia in borsa non viene più calcolato su base oraria, ma ogni 15 minuti. L’Italia attua così una direttiva europea. Ma cosa significa questo cambiamento per i consumatori, per la transizione energetica e per la stabilità della nostra rete elettrica? Lo spiega Michael Frei, responsabile del Market Management di Alperia.

Cosa cambia esattamente dal 1° ottobre 2025 nella determinazione del prezzo dell’energia in Italia?

Fino ad ora, il prezzo in borsa veniva definito su base oraria. Dal 1° ottobre 2025 viene calcolato ogni 15 minuti. Questo non riguarda solo l’Italia, ma tutta l’Europa – anche Germania e Austria hanno già adottato questo modello. Il motivo è semplice: le fonti rinnovabili come sole e vento variano la loro produzione in tempi molto brevi. Prezzi calcolati ogni 15 minuti riflettono meglio queste fluttuazioni – e aiutano quindi a bilanciare in modo più preciso domanda e offerta.

Perché questo cambiamento proprio adesso?

In passato, la produzione di energia era relativamente costante. Centrali a carbone o gas producevano in modo uniforme, e l’andamento dei prezzi durante il giorno era più stabile: più basso la sera e nei weekend. Per questo esistevano le tariffe differenziate per fasce orarie, le cosiddette “fasce”.
Oggi, grazie alla crescente diffusione delle energie rinnovabili, il quadro è cambiato: se splende il sole o soffia forte il vento, c’è improvvisamente molta energia in rete e i prezzi scendono.
Per permettere al mercato elettrico di reagire a questi cambiamenti, servono intervalli di calcolo più brevi. Questo permette ai produttori flessibili – come l’idroelettrico o il biogas – e agli accumuli di intervenire per mantenere la stabilità della rete. Ed è fondamentale per il successo della transizione energetica.

Quali vantaggi ha questo cambiamento per i consumatori?

Per le famiglie con un profilo di consumo medio, non cambia quasi nulla – in termini economici, la differenza sarà di circa più o meno l’1%.
Ma chi ha una maggiore flessibilità e utilizza dispositivi ad alto consumo può trarne beneficio: con un’auto elettrica, un impianto fotovoltaico con batteria intelligente o una pompa di calore, è possibile spostare i consumi nelle fasce orarie più convenienti. In questo modo, si possono ottenere risparmi anche del 15 o 20%.
Chi, ad esempio, programma la propria wallbox per ricaricare l’auto di notte o nelle ore centrali della giornata, quando c’è abbondanza di energia solare, risparmia.

Quando è più conveniente l’energia elettrica?

In generale, durante il giorno – tra le 11 e le 16 – quando viene immessa in rete molta energia solare, i prezzi sono più bassi. Anche di notte l’energia costa meno rispetto alla sera.
La fascia oraria più cara è quella serale, quando molte persone cucinano, lavano, accendono le luci o ricaricano l’auto.
Impostazioni “intelligenti” possono fare la differenza: la batteria dell’impianto fotovoltaico si carica durante il giorno e fornisce energia alla sera, il climatizzatore si attiva alle 16 invece che alle 18, oppure l’auto elettrica si ricarica di notte invece che subito dopo il rientro a casa. Piccoli spostamenti che possono portare grandi vantaggi.

È solo un adeguamento tecnico o c’è di più?

C’è molto di più: i prezzi ogni 15 minuti rappresentano un passo verso un mercato elettrico europeo unificato.
Intervalli temporali uniformi semplificano il commercio di energia oltre i confini nazionali e favoriscono l’integrazione del mercato.
Allo stesso tempo, consentono un utilizzo ottimale delle fonti rinnovabili. Sole e vento non sono programmabili – ma prezzi flessibili creano incentivi affinché produzione e consumo si bilancino meglio. Così la rete rimane stabile.

E dopo il 2025, cosa succederà?

Il prossimo passo sarà l’introduzione dei cosiddetti prezzi zonali in Italia.
Oggi esiste un prezzo unico nazionale, il PUN (Prezzo Unico Nazionale). In futuro, i prezzi si orienteranno maggiormente alle condizioni regionali: nel Sud Italia, ad esempio, si produce spesso più energia solare di quanta se ne possa trasportare al Nord.
Con i prezzi zonali, le aziende energivore si insedierebbero più facilmente dove si produce molta energia rinnovabile.
Anche gli impianti fotovoltaici al Nord potrebbero trarne vantaggio, poiché si applicherebbe un prezzo specifico che tiene conto della minore irradiazione solare e non più di un mercato nazionale dominato da regioni più soleggiate.
Questa evoluzione aprirà nei prossimi anni nuove opportunità sia per i consumatori che per le imprese.

E cosa significa tutto ciò per l’Alto Adige?

L’Alto Adige è in una posizione molto favorevole, perché è stata tra le prime regioni a introdurre capillarmente i contatori intelligenti di seconda generazione, i cosiddetti Smart Meter.
Questa tecnologia consente di misurare e fatturare il consumo in intervalli di 15 minuti.
Questa base tecnica permette di trasferire subito i vantaggi ai clienti.
Per molte famiglie non cambierà molto – ma chi possiede un impianto fotovoltaico, una pompa di calore o un’auto elettrica potrà sfruttare pienamente le novità.
Tutto ciò dimostra che la transizione energetica non è un tema astratto, ma riguarda concretamente la nostra vita quotidiana.
E più ognuno di noi parteciperà attivamente, più il nostro sistema energetico sarà stabile, sostenibile – e conveniente.

È quindi chiaro: per tutti coloro che possono gestire in modo flessibile il proprio consumo di energia, l’introduzione dei prezzi a intervalli di 15 minuti rappresenta un’opportunità concreta per risparmiare e, al contempo, contribuire alla stabilità della rete.
Si tratta di un passo importante verso la transizione energetica e l’integrazione europea, poiché un intervallo temporale uniforme di 15 minuti costituisce la base per un vero mercato elettrico comune a livello europeo.

 

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