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Generazione Z
24.10.2025
- 3 min

Senza le donne non c’è transizione: la protezione del clima ha bisogno di empowerment

Generazione Z

Il cambiamento climatico aggrava le disuguaglianze esistenti, ma offre anche l’opportunità di creare strutture più eque. Le donne sono fortemente colpite e, allo stesso tempo, protagoniste indispensabili nella protezione del clima. Il loro coinvolgimento non è un semplice “nice to have”, ma un elemento fondamentale per il successo della transizione energetica.

Perché il cambiamento climatico colpisce in modo particolare le donne

La crisi climatica è anche una crisi di genere: secondo le stime dell’UNICEF, circa l’80% delle persone sfollate a causa degli effetti del cambiamento climatico sono donne e ragazze. Nelle zone rurali, le conseguenze sono ancora più marcate. Le ragioni sono molteplici: le donne lavorano più spesso nell’agricoltura, hanno minore accesso ai finanziamenti, raramente possiedono diritti fondiari, e ricade su di loro la responsabilità principale di garantire cibo, acqua e legna da ardere per le famiglie. In caso di siccità o piogge irregolari, ciò si traduce in percorsi più lunghi, lavoro più pesante e maggiore tempo impiegato per procurarsi risorse e reddito.

Secondo il rapporto delle Nazioni Unite The Unjust Climate, le famiglie guidate da donne perdono in media l’8% in più di reddito durante le ondate di calore e il 3% in più durante le inondazioni rispetto alle famiglie guidate da uomini. Allo stesso tempo, sono spesso le donne a trovare soluzioni creative durante le crisi, a rafforzare le comunità e a costruire resilienza a livello locale. Le Nazioni Unite sottolineano che senza le donne non può esserci una protezione efficace del clima. Che si tratti di contadine, imprenditrici, attiviste o decisori politici, le prospettive femminili rendono le strategie climatiche più eque e sostenibili.

La protezione del clima richiede parità di diritti

Numerosi studi (per esempio: Women’s leadership in environmental action (2022) e Women in Parliaments and Environmentally Friendly Fiscal Policies: A Global Analysis (2024)) dimostrano che i Paesi con una maggiore presenza femminile in posizioni di leadership politica adottano leggi sul clima più ambiziose. Anche le aziende con una maggiore diversità di genere nel management promuovono il cambiamento in modo più rapido. Le donne portano con sé conoscenze locali, idee innovative e forti competenze nella gestione delle crisi: abilità decisive in tempi di emergenze climatiche sempre più frequenti.

L’ONU richiede quindi politiche climatiche sensibili al genere. I progetti devono tenere conto delle esigenze delle donne e valorizzare attivamente le loro competenze. Perché giustizia climatica e giustizia di genere sono indissolubilmente legate: l’una può essere raggiunta solo insieme all’altra.

Il lavoro e le conoscenze di milioni di donne in tutto il mondo rendono molte regioni e comunità più resilienti alle conseguenze della crisi climatica. Per questo è necessario cambiare le strutture, affinché le donne non si facciano carico solo del peso maggiore, ma partecipino anche in modo paritario alle soluzioni e ai processi decisionali – e ne traggano beneficio.

Alperia: empowerment e sostenibilità mano nella mano

Anche Alperia ne è convinta: la transizione energetica può avere successo solo attraverso la diversità e la parità di diritti. Per questo motivo, l’azienda promuove le donne in ruoli tecnici e dirigenziali, sostenendo attivamente i giovani talenti. Programmi di mentoring, modelli di lavoro flessibili e iniziative per la conciliazione tra famiglia e carriera ne fanno parte, insieme all’impegno per promuovere le professioni STEM tra le donne. Dal 2021, una politica sulla diversità e una responsabile dedicata rafforzano costantemente questo percorso.

Empowerment, in Alperia, significa: rafforzare le donne, creare nuove opportunità e lavorare insieme per un futuro rispettoso del clima.

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