Ridurre le emissioni del 70% entro il 2031. Raggiungere il Net Zero entro il 2040, ovvero dieci anni prima rispetto a quanto previsto dal target europeo. Sono gli obiettivi che si è data Alperia, in linea con il Piano Clima Alto Adige 2040 redatto dalla Provincia Autonoma di Bolzano. Un percorso ambizioso che Alperia punta a realizzare attraverso una strategia basata su tre pilastri: misurazione rigorosa, obiettivi internazionalmente riconosciuti, azioni concrete di decarbonizzazione.
«Essere il primo fornitore energetico di un territorio che vuole arrivare al Net Zero entro il 2040 significa assumersi una responsabilità importante. Per Alperia, questo impegno non è un obiettivo astratto, ma una rotta precisa, fatta di numeri, azioni e scelte strategiche» – spiega Anna Carassai, responsabile Energy & Climate Management di Alperia.
La road map verso il Net Zero
Il primo passo è stato costruire una base solida di dati. Nel 2023, l’azienda ha rivisto il proprio inventario delle emissioni, basandosi su il GHG Protocol, lo standard internazionale più accreditato per il calcolo della carbon footprint. Un’operazione complessa che ha coinvolto tutte le fonti di emissione — dirette e indirette — riconducibili alle attività del Gruppo: dalla produzione di energia (Scope 1), al consumo di elettricità (Scope 2), fino alla catena del valore e ai prodotti venduti (Scope 3). Obiettivo: avere una fotografia chiara, accurata e aggiornata dell’impatto climatico reale.
«A seguire, abbiamo sottoposto i nostri target climatici alla validazione della Science Based Targets initiative (SBTi), l’unico organismo riconosciuto a livello globale per verificare l’allineamento delle strategie aziendali agli Accordi di Parigi» – chiarisce Carassai. «Non volevamo limitarci a definire obiettivi interni, ma assicurarci che fossero coerenti con il limite di +1,5°C di riscaldamento globale».
I target validati includono la riduzione delle emissioni legate alla produzione e vendita di energia elettrica e termica, con un focus sull’elettrificazione dei consumi e sulla progressiva eliminazione dei prodotti fossili. Un percorso che ha richiesto il coinvolgimento di ogni Business Unit del Gruppo, con obiettivi di riduzione assegnati in base alle singole attività.
«Il piano di transizione è diffuso e operativo su ogni singolo ambito: dalla riconversione degli impianti di teleriscaldamento alla promozione di energia da fonti rinnovabili, fino all’elettrificazione della flotta aziendale e all’efficientamento energetico degli edifici» – continua l’esperta. E precisa: «Con l’arrivo della nuova normativa europea sulla rendicontazione di sostenibilità (CSRD), integreremo in modo strutturale la strategia climatica nei nostri piani finanziari. L’obiettivo è rendere sempre più trasparente e misurabile il percorso verso il Net Zero, anche nei confronti di investitori, stakeholder e comunità locali».
I primi risultati
Il 2024 ha già consegnato dei risultati tangibili, come –5 % di emissioni totali rispetto al 2023, –34 % rispetto al 2022, grazie soprattutto allo Scopo 3 (dovuto all’aumento dell’energia elettrica rinnovabile a discapito della non rinnovabile e alla riduzione dei volumi di gas naturale venduti) e –18 % di Scopo 1 per il minor consumo diretto di gas naturale.
Una delle grandi sfide in corso è aumentare e diversificare la produzione di energia da fonti rinnovabili. Se l’idroelettrico è da sempre il cuore del sistema energetico altoatesino, i cambiamenti climatici — con periodi di siccità più frequenti e stagioni meno prevedibili — rendono urgente affiancare nuove tecnologie, come il fotovoltaico e l’eolico. Queste fonti contribuiranno non solo a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento, ma anche a rendere più resiliente l’intero sistema di generazione rispetto alle variabili ambientali. Il tutto si traduce in una visione industriale concreta: il Piano Industriale 2023–2027 prevede investimenti per 1,14 miliardi di euro, destinati a rafforzare il ruolo di Alperia nei settori strategici di generazione idroelettrica, distribuzione, teleriscaldamento e innovazione energetica.
La compensazione
Il percorso verso il Net Zero ammette solo una piccola parte di compensazioni, da dedicare al 10% delle emissioni ritenute non evitabili. Già dal 2020 Alperia ha iniziato a compensare le proprie emissioni operative di Scopo 1 e 2 (non biogeniche), oltre a una parte dello Scopo 3, legata in particolare alle vendite di gas naturale ai clienti finali. Un obiettivo che porta avanti attraverso l’acquisto di crediti di carbonio certificati sul mercato volontario, selezionando progetti di alta qualità in base a criteri stringenti. I progetti finanziati includono, ad esempio, impianti eolici in Argentina e centrali idroelettriche in Turchia, entrambi registrati sotto lo standard Verra.
Alperia si affida solo a crediti riconosciuti dai più autorevoli standard internazionali — come Verra e Gold Standard — e in alcuni casi supporta anche iniziative promosse da UNICEF e altri organismi multilaterali. «Ogni progetto viene valutato attraverso un processo di due diligence approfondita, che considera: la localizzazione e il contesto socio-economico in cui si sviluppa, la tipologia di tecnologia impiegata e i co-benefici generati (ambientali, sociali, sanitari), la qualità del credito, incluso il suo vintage, cioè l’anno di emissione, che non deve superare i 10 anni. Questo approccio consente ad Alperia non solo di neutralizzare parte del proprio impatto climatico residuo, ma anche di sostenere la diffusione globale delle energie rinnovabili e di contribuire a progetti con un impatto positivo sulle comunità locali» – precisa Carassai.
Le persone al centro della transizione
Fondamentale è il coinvolgimento delle/i collaboratrici/ori di Alperia nel percorso di transizione climatica. Un cambiamento che non si gioca solo sul piano tecnico, ma anche su quello culturale. Per questo, è stato attivato il programma interno “Chiedilo all’esperto”: un ciclo di incontri aperti con professionisti esterni su temi legati all’energia, alla mobilità elettrica, all’efficienza e alla sostenibilità. Obiettivo: combattere la disinformazione e favorire un dialogo aperto e informato.
Accanto a questo, Alperia ha avviato anche momenti di formazione tecnica e certificata, in particolare sul sistema di gestione dell’energia (ISO 50001), e fornisce pillole formative e approfondimenti sulle tematiche ambientali più rilevanti.
«Non vogliamo polarizzare il dibattito, ma costruire competenze diffuse, perché la sostenibilità è un lavoro collettivo che parte dalle persone» – continua la responsabile, riconoscendo che soprattutto in questa fase storica, con le recenti tensioni geopolitiche, è importante partire dai dati per fare cultura. «Con l’avanzare della transizione, si entra oggi in quella che potremmo definire la “fase adolescenziale” del cambiamento climatico: è la parte più complessa, che richiede azioni più profonde a fronte di ritorni economici meno immediati. Ma se guardiamo al medio-lungo termine, i costi di una crisi climatica fuori controllo sarebbero enormemente più alti. Ecco perché non possiamo arretrare, ma anzi, dobbiamo continuare a lavorare per una transizione sostenibile e giusta» – ribadisce.
Un percorso che ha visto Alperia essere premiata a livello internazionale: per il terzo anno consecutivo è stata inclusa dal Financial Times nella classifica degli Europe’s Climate Leaders. Un riconoscimento importante, che conferma la solidità della strategia climatica adottata e l’impegno reale nel ridurre le emissioni. «Abbiamo perso qualche posizione nel ranking rispetto all’inizio, ma questo è fisiologico: sempre più aziende stanno intraprendendo questo percorso. E per noi è uno stimolo a migliorare ancora, anche sul piano della comunicazione e della trasparenza», osserva Carassai.
La sostenibilità, infatti, è molto più di un obiettivo ambientale: è un motore di innovazione, resilienza e competitività per l’intero Alto Adige. Ed è soprattutto, è un impegno concreto per le generazioni future.