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13.06.2024
- 6 min

Il ruolo delle imprese nel contrasto al cambiamento climatico

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Intervista a Paolo Viganò di Rete Clima

Le aziende, oggi, sono chiamate a svolgere un importante percorso all’interno del mondo della sostenibilità, complice la spinta legislativa, ma anche la necessità di comunicare attraverso parametri non strettamente finanziari.

Rete Clima, ente tecnico non profit, accompagna le aziende, che vogliono intraprendere questo percorso, aiutandole ad integrare strategie ESG nel modello di business aziendale, attraverso progetti di decarbonizzazione e forestazione nazionale grazie alla Campagna Foresta Italia.

È il caso di Alperia che proprio con Rete Clima ha attivato un progetto dedicato alla riforestazione nel comune di Luson (BZ), che prevede la messa a dimora di 300 alberi: un’iniziativa di lungo periodo che andrà a vantaggio delle comunità in cui opera.

Per conoscere meglio Rete Clima e la sua attività, abbiamo incontrato Paolo Viganò, Fondatore e Presidente dell’Impresa Sociale che dal 2011 opera a fianco delle aziende.

Uno dei più famosi aforismi di Hemingway cita: Il mondo è un bel posto e per esso vale la pena di lottare. La sua lotta per il nostro pianeta quando e come è iniziata?

Rete Clima è la risposta mia e di molti soggetti già a partire dal 2011. Nata da un gruppo di amici e di colleghi come gruppo di lavoro tecnico, in collegamento operativo con l’Università di Milano-Bicocca, in questo decennio Rete Clima ha accompagnato le Aziende in percorsi ESG, con l’obiettivo di creare un futuro in cui uomo ed ambiente possano vivere in equilibrio, in cui i limiti del pianeta non siano percepiti come “ostacolo” ma come naturale e logica cornice entro cui sviluppare le attività umane.

Ha fondato Rete Clima nel 2011, quando l’attenzione ai temi della sostenibilità non era davvero ancora così sentita come adesso, secondo lei come è cambiato l’approccio delle aziende e delle persone su questa tematica in 13 anni?

La sensibilità a questi temi è sicuramente aumentata, sia a livello privato che aziendale. Questo è un bene, specialmente nello sviluppare progetti concreti e tracciabili, anche se paghiamo un evidente e sensibile peggioramento ambientale resosi ancora più evidente in questi ultimi anni. Oggi assistiamo a Aziende ed Istituzioni sempre più orientate a realizzare concreti progetti in campo ambientale e climatico, mossi dalla consapevolezza che oggi il mercato ed i consumatori attribuiscono un peso importante alle Aziende che si muovono in campo ESG

Parliamo di sostenibilità per aziende: è business, trend o le aziende hanno davvero capito che bisogna invertire la rotta?

La sostenibilità per le aziende sta diventando sempre più un loro pillar di Business, che siano PMI o grandi SPA. Per alcune è un percorso già evoluto, altre si stanno approcciando. I tempi attuali impongono l’impegno di tutti. Noi cerchiamo di aiutale a definire approcci strategici concreti in linea con gli SDGs definiti dall’Onu per il 2030 e con le grandi indicazioni espresse dagli standard tecnici volontari.

Cosa comporta la diminuzione della biodiversità? E come proteggere la biodiversità?

La biodiversità è fondamentale per l’erogazione dei cosiddetti Servizi Ecosistemici che, per definizione, sono i benefici multipli offerti all’uomo dagli ecosistemi. Moltissimi sono dipendenti dalla biodiversità, come ad esempio il servizio di regolazione del clima, la fornitura di cibo, la fecondazione di specie fondamentali per la vita dell’uomo. Il tema, quindi, sta assumendo un valore sempre crescente, così come cresce l’attenzione delle imprese verso la tematica sia rispetto alla sua rendicontazione (CSRD) sia rispetto allo sviluppo di concreti progetti di azione-comunicazione.

Da una parte va tutelata quella già esistente, dall’altra vanno intraprese azioni mirate e rendicontabili per svilupparne di nuova sui territori.

Secondo lei le azioni individuali hanno un impatto significativo sull’ambiente o solo le grandi aziende o i governi possono fare la differenza?

Ogni azione conta, perché la volontà del singolo che si fa gruppo può spingere governi e aziende a essere più efficienti in ambito ambientale

Con Rete Clima portate avanti moltissimi progetti di forestazione, ci dà alcune cifre?

La Campagna nazionale Foresta Italia da noi promossa in collaborazione con Coldiretti nazionale e PEFC è attualmente la più grande in Italia gestita da privati. A giugno festeggiamo due anni e possiamo dire di avere cantieri aperti sostanzialmente in tutte le regioni del Paese. Solo lo scorso anno abbiamo piantato circa 60.000 alberi in progetti di forestazione urbana ed extraurbana, oltre che in progetti di riforestazione a seguito di eventi meteorologici estremi (come, per esempio, la Tempesta Vaia) o di importanti stress ambientali

Come funziona il rimboschimento nella pratica? Come scegliete l’area da ripristinare e quali piante piantare

Lavoriamo sia su progetti di forestazione urbana che di riforestazione extra urbana a seguito di necessità di miglioramento e riqualificazione ambientale o a seguito di gravi calamità meteo. Rete Clima stipula accordi quadri con la Pubblica Amministrazione e/o con gli Enti Parchi attraverso cui sviluppare le attività in massima sinergia. Prevediamo sempre l’utilizzo di piante italiane, di provenienza certificata. Sono coltivate nei vivai italiani e sono accompagnate dal nuovo Passaporto delle piante, in vigore dal 19.12.2019, che garantisce il controllo e quindi la salute delle piante stesse. In questo modo, oltre che a promuovere la filiera florovivaistica italiana, si ostacola l’introduzione e la diffusione di malattie e organismi nocivi particolarmente pericolosi per i vegetali, che potrebbero causare danni ecologici, sociali ed economici. Le piante sono scelte tra quelle tipiche delle zone di intervento secondo la classificazione in Ecoregioni, ambiti geografici omogenei dal punto di vista ecologico, cioè in termini di fauna, flora, clima, idrologia e geologia. Valutiamo inoltre quelle che meglio si possono adattare ai cambiamenti climatici in corso per garantire una maggiore sopravvivenza. Un aspetto, inoltre, che poi ci contraddistingue è la cura pluriennale in una fase post impianto.

Secondo Lega Ambiente, le aree forestali in Italia coprono è al secondo posto tra i grandi paesi europei per copertura forestale, ma non decolla il verde urbano. Secondo lei perché?

Il patrimonio boschivo in Italia copre il 40% del nostro suolo nazionale ma non ha un peso altrettanto forte a livello di PIL. Il vero problema è che non vengono quantificati e resi espliciti i benefici generati dalle foreste e dalle aree verdi, in termini di benefici sanitari, ambientali, sociali, quindi non ci rende conto del reale valore e della reale importanza di promuovere nuovo verde. In ogni contesto ambientale, anche e soprattutto quello urbano.

Vari film e libri di fantascienza hanno cambiato il nostro modo di immaginare le città, lei come crede che saranno? Come vivremmo nel 2050?

Confido sempre più consapevoli e in equilibrio con l’ambiente.

Breve Biografia: Laureato in Scienze Ambientali con un successivo Dottorato di Ricerca in Agraria, è fondatore di Rete Clima, ente tecnico che lavora per la sostenibilità e la decarbonizzazione delle Aziende, nel quale svolge il ruolo di Carbon Manager e CSR Manager realizzando progetti di forestazione compensativa e supportando la contabilità dello stoccaggio forestale di CO₂ e dei servizi ecosistemici offerti dalle foreste.

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